domenica 7 novembre 2010

Il tricolore sull'Olimpico

Frecce Tricolori La Lazio sta organizzando diversi spettacoli in occasione del derby di domani. Suggestivo quello che avverrà tra il primo e il secondo tempo della partita. Sul cielo sovrastante lo stadio voleranno le Frecce Tricolore, impegnate nel contesto delle celebrazioni dei 150 anni dell’unità d’Italia, che le porterà a sfrecciare anche sopra Piazza del Popolo in formazione, dipingendo il cielo con i colori nazionali. La società biancoceleste sta lavorando da giorni su questo evento spettacolare, ed alla fine è arrivata l’autorizzazione del Ministero della Difesa. Sul terreno di gioco, sempre durante l’intervallo, è attesa la presenza dei bersaglieri che, come faranno anche a Piazza del Popolo (la fanfara dell’8° Reggimento Bersaglieri della Brigata «Garibaldi»), prenderanno posizione per una breve esibizione. Un fatto rievocativo per la storica società biancoceleste.
«Chi ha fondato la Lazio era un bersagliere (Luigi Bigiarelli, ndr)», ha ricordato il presidente della Lazio Lotito. Naturalmente, non mancherà l’aquila Olympia, simbolo del club e del suo felice momento, che sarà presente allo stadio Olimpico. Si è fatto tanto parlare di lei in queste ultime settimane, e delle motivazioni di sicurezza che ne sconsigliano il volo. Olimpia verrà accompagnata dal falconiere Josè Bernabè che la terrà sul suo braccio: uscirà dalla Monte Mario prima della partita e percorrerà il tragitto fino alla Curva Nord. Poserà con la squadra per la foto, e potrebbe sostare sotto la Curva laziale sul suo trespolo, magari per gustarsi il derby da spettatrice interessata. Ieri ha fatto le prove allo stadio, studiando i nuovi dettami del suo falconiere. I tifosi della Lazio attendono la loro aquila, che sta accompagnando la squadra capolista in questo primo scorcio di stagione: il fluido positivo non verrà interrotto proprio nel derby.
La febbre per la stracittadina ormai è ai massimi livelli a poche ore dal match. Fronte Lazio sono stati staccati circa 19.500 (più 12.000 abbonati), con Curva e Distinti lato Nord esauriti da giorni. Quasi 19.000 i biglietti venduti sponda Roma: restano circa mille tagliandi tra Curva e Distinti Sud acquistabili fino a stasera alle 19. Chi non ce la farà potrà consolarsi: saranno sessanta le televisioni mondiali collegate con una copertura in 150 Paesi.

sabato 6 novembre 2010

Napolitano "Orgoglioso dell'esercito"

 Cerimonia all'Altare della Patria:
«In missione proteggere le vite,
i lutti non ci facciano desistere
ma persistere nel nostro impegno»



ROMA
Orgoglio per l’operato delle Forze Armate. Questo il sentimento espresso dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in occasione del Giorno dell’Unità Nazionale e Giornata delle Forze Armate: «Nella ricorrenza del 4 novembre che quest’anno, nel quadro delle celebrazioni per il 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia, assume significato ancor più profondo, rendiamo onore ai soldati, ai marinai, agli avieri, ai carabinieri e ai finanzieri che operano nelle aree di crisi con perizia, abnegazione ed entusiasmo. Riconosciamone l’impegno e la professionalità e ringraziamoli per i progressi che ci hanno permesso di compiere verso un mondo più stabile, pacifico e sicuro. Siamo orgogliosi di quanto essi fanno ogni giorno, in nome del nostro paese e della comunità internazionale». E ancora: «Le nostre forze armate sono in Afghanistan insieme a quelle di altri 47 Stati sovrani. L’evidenza di questa concertazione e il supporto delle autorità afghane democraticamente elette, insieme alla fondamentale rilevanza degli obiettivi perseguiti, sono le prove inconfutabili della legittimità e della valenza del nostro impegno. L’intervento italiano si realizza nel pieno rispetto dei principi e delle circostanze stabiliti dall’articolo 11 della nostra Costituzione», ha assicurato, «e le dolorosissime perdite di giovani vite che abbiamo dovuto sopportare» ora «ci inducono non a desistere ma a persistere nel nostro impegno». Tuttavia, ha spiegato ancora Napolitano, «la dura realtà delle aree di crisi» e la necessità di arrivare alla stabilizzazione dell’Afghanistan «ci impngono di continuare a procedere nell’aggiornamento delle strategie, delle strutture e delle capacità operative delle forze di sicurezza che le incognite e i mutamenti del contesto internazionale obiettivamente richiedono»

«Il 4 novembre di 92 anni fa aveva termine il primo conflitto mondiale - prosegue il Presidente della Repubblica - e si completava il grande disegno dell’Italia unita. Oggi, all’Altare della Patria, a nome di tutti gli italiani, rendo il mio deferente omaggio a tutti coloro che sono caduti per costruire un’Italia libera, democratica e prospera. In quel momento di commosso raccoglimento, il mio pensiero va in particolare ai tanti giovani che, anche recentemente, hanno perso la vita mentre assolvevano il proprio compito nelle missioni di pace».

«Il loro ricordo così vivo e doloroso in tutti noi ci deve indurre non a desistere ma a persistere nel nostro impegno, a moltiplicare gli sforzi, anche - esorta Napolitano - per onorare la memoria di quei ragazzi e dare il significato più alto al loro sacrificio, che altrimenti sarebbe stato vano».

All’altare della patria Napolitano ha reso omaggio al milite ignoto. La deposizione della corona di alloro da parte del capo dello Stato, è la prima cerimonia ufficiale delle celebrazioni della Giornata della forze armate. Il volo delle Frecce Tricolori e le note del "Silenzio" hanno concluso la cerimonia.

Giorgio Napolitano ha poi espresso altre considerazioni in un messaggio inviato alle forze armate in occasione del Giorno dell’Unità Nazionale e Giornata delle Forze Armate. Nel contesto delle operazioni internazionali sottolinea che va garantita sia la sicurezza dei militari impegnati sia quella delle popolazioni civili. Napolitano richiama anzitutto la necessità dell’impegno internazionale per l’Italia: «Nell’attuale periodo storico di profondi mutamenti e drammatiche trasformazioni che mettono in pericolo i valori fondanti della nostra società e il nostro stesso benessere economico e sociale, nessun paese libero e democratico può sottrarsi al dovere di contribuire alla stabilità e alla sicurezza della comunità internazionale».

«Le Nazioni Unite, l’Alleanza Atlantica, l’Unione Europea - sottolinea Napolitano - sono interpreti e strumenti operativi di questo dovere condiviso. Ed è nel quadro dei dispositivi di intervento messi in campo da queste istituzioni e sulla base di decisioni consensuali assunte nell’ambito dei loro organi collegiali di governo che le Forze Armate italiane operano insieme a quelle di moltissimi altri Stati sovrani, nel pieno rispetto dei principi sanciti dall’articolo 11 della nostra Costituzione».

« È perciò dovere delle autorità politiche e militari preposte - rimarca il Presidente della Repubblica - continuare ad aggiornare e migliorare strategie, strutture e capacità operative delle Forze Armate, per rendere più efficace il contrasto delle minacce da fronteggiare, garantendo nel contempo la massima protezione ai contingenti impiegati e alle popolazioni civili coinvolte». «Ma è anche dovere di tutte le istituzioni e di ogni cittadino sostenere - prosegue Napolitano - in Italia e nel contesto sinergico delle organizzazioni internazionali, a partire dall’Unione Europea, questo primario impegno democraticamente condiviso su scala globale».

domenica 31 ottobre 2010

Dall’Italia pre-unitaria ad oggi, il continuo divenire della storia dei bersaglieri


Dall’Italia pre-unitaria ad oggi, il continuo divenire della storia dei bersaglieri". E’ stato questo il tema della conferenza che il colonnello Luciano Carlozzo, 47 anni crotonese, ha proposto nell’Auditorium dell’Istituto "Sandro Pertini" di Crotone ad un numeroso pubblico composto da centinaia di alunni delle scuole elementari e medie della città.
L’ufficiale dei bersaglieri è stato invitato a parlare della storia dei militari italiani dalla locale sezione provinciale dell’Associazione Nazionale Bersaglieri, presieduta da Antonio Sessa. L’iniziativa che rientrava tra le manifestazione per i 150 anni dell’Unità d’Italia, è stata caratterizzata dal tradizionale cerimoniale militare. L’incontro, una vera e propria lez ione di storia, dal forte carattere educativo è stata presentata dalla giornalista Giusy Regalino.
Hanno portato un saluto il Prefetto Vincenzo Panico, il Sindaco di Crotone Peppino Vallone, il Presidente della Provincia Stano Zurlo (che ha consegnato il crest dell’Ente), il comandante dei Carabinieri colonnello Francesco Iacono.
Carlozzo ha raccontato, partendo dal 18 giugno 1836 data di istituzione del Corpo dei Bersaglieri ad opera del Generale Alessandro La Marmora, il continuo impegno dei militari in Italia e nel mondo. Il colonnello si è soffermato sui simboli caratteristici dei bersaglieri come la fanfara, il fez, il cappello piumato, la scimitarra, i guanti neri, spiegandone i significati ad una platea di giovanissimi molto attenti. "I bersaglieri –ha detto- sono stati sempre in prima linea, nella 3^ guerra d’Indipendenza come nella 1° e 2° guerra mondiale. Oggi, come ieri, tengono alta l a bandiera italiana e con grande professionalità e prestigio sono in molti teatri operativi post-bellici".
Carlozzo ha ricordato alcuni avvenimenti che rappresentano la storia dei bersaglieri, come la "Breccia" di Porta Pia, la battaglia dell’Isonzo, la Crimea, la campagna d’Africa. "Dal 1986 ad oggi i nostri bersaglieri –ha proseguito- sono impegnati all’estero". L’ufficiale, due lauree (la prima in Scienze Strategiche presso l’Università di Torino, la seconda in Scienze Internazionali e Diplomatiche presso l’Ateneo di Trieste e due Master) ha un curriculum di tutto riguardo caratterizzato anche da un’intensa attività nei principali teatri operativi all’estero. In particolare Bosnia Erzegovina, Albania, Macedonia, Kosovo, Iraq. Dal 12 dicembre 2006 Carlozzo ricopre l’incarico di Capo Sezione Impiego Ufficiali presso lo Stato Maggiore dell’Esercito a Roma.
 La cerimonia di sabato 30 ottobre è stata caratterizzata dall’esecuzione di una serie di brani del repertorio militare proposti dalla Fanfara dei bersaglieri di Crotone che opera già da due anni ed anche dal gruppo strumentale della Scuola Media "Giovanni XXIII°". Applausi scroscianti nell’Auditorium del "Pertini" al tradizionale passaggio dei componenti della Fanfara di corsa.

sabato 30 ottobre 2010

CERIMONIA MILITARE ALLA CASERMA “EMILIO AINIS"


MESSINA – Il giorno 29 ottobre 2010, alle ore 10.30, nella Caserma “Emilio AINIS”, via Taormina – Messina, sede del 24° Reggimento artiglieria “Peloritani”, alla presenza del Generale di Corpo d’Armata Francesco TARRICONE, Comandante del 2° Comando delle Forze di Difesa (2° FOD), Comando Operativo dell’Esercito per il Centro, Sud Italia e le Isole,  ha avuto luogo la cerimonia di avvicendamento del Comandante della Brigata “Aosta”.
Il Generale di Brigata Gualtiero Mario DE CICCO è subentrato al Generale di Brigata Luigi VINACCIA. Un periodo intenso e pieno di soddisfazioni, quello del Generale VINACCIA, che ha visto i Reparti della Brigata impegnati sia in missioni operative fuori area (attualmente il 24° reggimento artiglieria “Peloritani” è il Comando italiano che gestisce la responsabilità del Settore Ovest in Kosovo), sia nell’Operazione “Strade Sicure” in Sicilia, Calabria e Campania, attività quest’ultima che vede l’’Esercito operare congiuntamente alle Forze dell’Ordine per il controllo del territorio e per contrastare la criminalità organizzata.
All’evento erano presenti le Autorità civili, religiose e militari della città di Messina.
Alla presenza della Bandiera di Guerra del 5° reggimento fanteria “Aosta”, decorata di due Medaglie d’Oro al Valor Militare, una Medaglia d’Argento al Valor Militare, una Medaglia di Bronzo al Valor Militare e un Ordine Militare d’Italia, gli onori sono stati resi da un reggimento di formazione su sette compagnie (rispettivamente del 5° reggimento fanteria “Aosta”, del reggimento “Lancieri di Aosta” (6°), del 62° reggimento fanteria “Sicilia”, del 24° reggimento artiglieria terrestre “Peloritani”, del 6° reggimento bersaglieri, del 4° reggimento genio guastatori e del Reparto Comando e Supporti Tattici “Aosta”), dalla Banda della Brigata meccanizzata “Aosta” e dalla Fanfara del 6° reggimento bersaglieri. Schierati anche i Gonfaloni del Comune di Messina e della Provincia Regionale di Messina, il Nastro Azzurro e i Labari delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma.
Il Generale DE CICCO, sposato con la signora Cinzia e padre di due figli, proviene dal Gabinetto del Ministro della Difesa dove ricopriva l’incarico di Capo Ufficio “Affari del personale Militare”.
Il Generale VINACCIA rientra nello ”Staff” del 2° Comando delle Forze di Difesa come Capo di Stato Maggiore, nella sede di San Giorgio a Cremano (NA).

venerdì 29 ottobre 2010

Tursi disperso in Russia

Ritrovata la piastrina di identificazione del soldato andriese, disperso sul fronte russo, che sarà adesso riconsegnata alla sua famiglia
di Vincenzo Cassano
Una occasione quella di quest'anno per la Giornata dell'Unità Nazionale e delle Forze Armate, per ricordare un bersagliere andriese, disperso sul fronte russo.

Nel consueto ricordo che le Istituzioni Civili e Militari italiane dedicano alla Festa del 4 Novembre, giorno in cui viene celebrato l'anniversario della vittoria nella prima guerra mondiale, con la festa delle Forze Armate e dell'Unità Nazionale, Andria tributa un ricordo per un soldato andriese disperso nella dura ritirata italiana del '42 sul fronte russo.

Domenica 7 novembre, dopo la consueta “messa al campo” presso il Monumento ai Caduti in suffragio dei Caduti di tutte le guerre, sarà consegnata dal Sindaco Giorgino ai discendenti del Bersagliere Mauro Tursi, la piastrina d' identificazione del militare disperso in Russia, ritrovata nei mesi scorsi dall'Associazione Nazionale Alpini, da anni impegnata nel ritrovamento dei poveri resti di soldati morti in battaglia o dispersi, lasciati sul suolo russo durante la rovinosa ritirata sul Don, del 1942.

Nunzio Cafagna, Commissario provinciale dell'Associazione Nazionale Bersaglieri e fiduciario dell'Associazione Nazionale reduci ed invalidi di guerra è commosso per questa cerimonia, per un andriese i cui resti mortali non sono mai stati ritrovati ed oggi -non fu il solo-, a distanza di più di mezzo secolo viene riconsegnata alla sua famiglia la sola piastrina di identificazione.

Per i giovani vale la pena di ricordare che il fronte russo, al pari di quello che avvenne in Africa con la battaglia di El Alamein, si ricorda per le battaglie sanguinose sul fiume Don ed il massacro di Nikolajewka, la tragedia delle Divisioni Tridentina, Julia, Cuneense e Vicenza, i cui soldati furono falcidiati dal piombo e dal freddo.

Per avere un idea di quello che avvenne lì in Russia basta leggere il bel romanzo “Il sergente nella neve” scritto da Mario Rigoni Stern. È la cronaca personale e cruda dello scrittore, quando era sergente maggiore dei mitraglieri, nel battaglione Vestone (divisione Tridentina) proprio durante la ritirata di Russia dell' ARMIR.

Degli oltre 200 mila soldati inviati in quella maledetta guerra, facenti parte dell'ARMIR, circa 29 mila furono rimpatriati perchè feriti o congelati, 110 mila fecero ritorno o a piedi o sulle scassate tradotte militari, mentre 10 mila furono fatti prigionieri dai sovietici e mandati nei gulagh. Per altri 74 mila uomini, purtroppo non vi fu ritorno in quanto morti o dispersi.
Tra questi vi fù anche il Bersagliere Tursi.

martedì 19 ottobre 2010

REGGIO CALABRIA. Arrivato l’Esercito. Sarà operativo dalle ore 13 di oggi

REGGIO CALABRIA. Arrivato l’Esercito. Sarà operativo dalle ore 13 di oggi
REGGIO CALABRIA. Ieri pomeriggio sono arrivati in città i primi militari, una cinquantina, del contingente dell’Esercito a cui da oggi è affidato il servizio di vigilanza continuativa allo scopo di prevenire nuove intimidazioni da parte della ‘ndrangheta. Gli altri per un totale di 80, di cui 75 operativi, hanno raggiunto Reggio in serata. I militari arrivati nel tardo pomeriggio appartengono al 1° Reggimento bersaglieri di Cosenza. In serata sono giunti i fanti del 62° Reggimento “Sicilia” di Catania e a questi si uniranno nelle prossime ore i soldati della Brigata Aosta di Messina.  A loro, che sono ospitati in alcune strutture alberghiere cittadine, da oggi spetta il compito di vigilanza fissa davanti agli uffici della Procura della Repubblica, della Procura generale, della Corte d’Appello e dell’abitazione del procuratore generale Salvatore Di Landro, i cosiddetti obiettivi sensibili, oggetto di un’escalation di attentanti e atti intimidatori dallo scorso mese di gennaio fino ai giorni scorsi.
Gli ufficiali hanno compiuto nei giorni scorsi sopralluoghi operativi per stabilire il posizionamento strategico delle postazioni di vigilanza. I soldati che, come deciso nella riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica di venerdì, saranno utilizzati in attività di controllo, diventeranno operativi con il primo turno di servizio fissato per le ore 13. Domani, alle 10, al Cedir, si terrà una cerimonia di accoglienza ai militari promossa dal Comune alla presenza del sindaco Giuseppe Raffa, dei vertici della magistratura reggina e dei rappresentanti delle forze dell’ordine. Parteciperà anche il colonnello Giorgio Bertini comandante del 62° Reggimento fanteria “Sicilia”. «Vedremo i tempi di utilizzazione. – ha detto il prefetto Luigi Varratta -Speriamo di impiegare i militari per poco perchè vorrà dire che le cose miglioreranno e la loro presenza non sarà  più necessaria». Il prefetto ha ribadito che i militari attueranno una vigilanza fissa giorno e notte con turni di sei ore e non dovranno assolvere alcun altro compito. Qunidi non pattuglieranno la città come nel 1994.

sabato 9 ottobre 2010

CORDOGLIO

                                                                     
                                                                         ONORI
L'associazione nazionale bersaglieri esprime i suoi sentimenti di solidale partecipazione al dolore dei famigliari dei caduti.

quattro i militari uccisi

7° Reggimento Alpini
La storia

Mostreggiature e fregio reggimento

"Ad excelsa tendo"
 I quattro militari italiani uccisi oggi in Afghanistan sarebbero stati vittime di una imboscata al ritorno di una missione mentre si trovavano nella valle del Gulistan nella provincia di Farah. Ci sarebbe stato sia un attacco con colpi di arma da fuoco,sia l'esplosione di un ordigno. Sarebbero gravi le condizioni del militare italiano ferito nell'attentato di oggi in Afghanistan in cui sono morti quattro suoi commilitoni. Il militare avrebbe riportato numerosi traumi di vario genere; è stato "immediatamente evacuato con elicotteri di Isaf", la missione della Nato, spiegano al comando del contingente e portato nella base di Delaram. Potrebbe pero' essere trasferito nell'ospedale americano di Farah Le quattro vittime erano a bordo del Lince, in servizio di scorta a un convoglio di 70 camion civili. Gli automezzi rientravano verso ovest dopo aver trasportato materiali per l'allestimento della base operativa avanzata di Gulistan, denominata Ice. L'attentato e' avvenuto a circa 200 chilometri a est di Farah, al confine con l'Helmand. Si tratta di uno dei tre distretti di cui solo di recente e' stata affidata la responsabilita' ai militari italiani.
Sono tutti alpini del 7/o reggimento di Belluno. Il reparto dei cinque, secondo quanto si è appreso, si trovava già da mesi in Afghanistan ed è prossimo al rientro in Italia.
                                                                           LE VITTIME

Sebastiano Ville era originario di Francofonte, paese del Siracusano; Marco Pedone, di 23 anni, caporalmaggiore di Patu', un comune del basso Salento dove abitava in via Silvio Pellico; Gianmarco Manca, caporalmaggiore, di 32 anni, di Alghero (Sassari). Il ferito e' Luca Cornacchia, di 31 anni, di Pescina (L'Aquila)

martedì 5 ottobre 2010

NATO: PREMIATO NEGLI USA REGGIMENTO GUERRA ELETTRONICA ESERCITO ITALIANO

sabato 2 ottobre 2010

L'esercito conta sempre più sulle soldatesse

ATTUALITÀ Il fascino della divisa. Taglia 42
Foto di Giulio Sarchiola per Io donna

ATTUALITÀ Il fascino della divisa. Taglia 42

All’età in cui i bamboccioni escono di casa queste otto ragazze vanno in missione nei Paesi in guerra, imbracciano i mitra e comandano compagnie di 70 uomini. Abbiamo chiesto come fanno a resistere. Ci hanno parlato di passione, desiderio di crescere. E di una certa idea di femminilità

di Raffaele Oriani

SE NON È VERO, FINGONO BENISSIMO. SONO CONVINTE, contente, determinate. La divisa è una vocazione, tutto il resto può seguire a ruota: «Non so dove voglio arrivare» dice una grintosa caporale. «Ma non rinuncerei ai miei obiettivi né per un fidanzato, né per un figlio ». Sono donne particolari in un ambiente di lavoro unico: «Non le chiami soldatesse» dice il colonnello Marco Centritto dell’Ufficio pubblica informazione dell’Esercito. «Per noi sono semplicemente soldati: stessi doveri e stesse opportunità dei colleghi uomini».

In realtà qualche regola ad hoc hanno dovuto studiarla: i capelli devono stare raccolti o tagliati al colletto, chi ha i buchi alle orecchie deve accontentarsi di sobri orecchini di perle, il contegno marziale va mantenuto anche quando le ragazze mollano la divisa per i jeans o il tubino. Eppure in Italia non capita di frequente che un giovane di 30 anni sia responsabile di qualche decina di persone. Capita ancora più raramente se il trentenne è una trentenne. Nell’Esercito succede, e succederà sempre più: dieci anni fa l’Accademia di Modena si è aperta per la prima volta alle allieve donne. Oggi quelle ragazze sono capitani, domani saranno colonnelli e generali. Per questo forse fingono, ma probabilmente è vero: «Le mie amiche civili mi fanno tenerezza» dice un’alpina di 26 anni. «Non si allontanerebbero mai da casa. Io quando c’è stato bisogno sono partita per una missione di sei mesi in Afghanistan».

Si tratta pur sempre di Esercito: a pochi piacciono le armi, qualcuno potrà provare più simpatia per queste ragazze che per i mitragliatori che imbracciano. Ma pare proprio che in Italia le pari opportunità viaggino meglio con le stellette che senza. Le soldate sono il 9 per cento dei volontari di truppa, le ufficiali e le sottufficiali il 5 per cento delle effettive. Ed è appena l’inizio: negli ultimi due anni hanno aperto i primi tre asili nido in caserma.

giovedì 23 settembre 2010

Cos'è la breccia di Porta Pia?

21/09/2010 
 
Bersaglieri schierati sotto il monumento alla breccia per la ricorrenza dell'anniversario della breccia di Porta Pia
Bersaglieri schierati sotto il monumento alla breccia per la ricorrenza dell'anniversario della breccia di Porta Pia
A CURA DI GIACOMO GALEAZZI
CITTÀ DEL VATICANO
 
Il 20 settembre del 1870, i bersaglieri conquistarono Roma. Che cosa accadde quel giorno?
Centoquarant’anni fa, la Breccia di Porta Pia pose fine al potere temporale del papato: il Regno d’Italia conquistò Roma per farne la nuova capitale. I bersaglieri sconfissero gli zuavi pontifici e, al pari del re sabaudo Vittorio Emanuele II «usurpatore delle province ecclesiastiche», furono scomunicati da Pio IX (autore del Sillabo e delle ultime condanne di patrioti alla ghigliottina) per aver innalzato il tricolore sulla città eterna.

Cos’è il Sillabo?
Pio IX (pontefice dal 1846 al 1878, beatificato da Wojtyla nel 2000 con Giovanni XXIII a significare l’unità del magistero pontificio) allegò all’enciclica «Quanta Cura» del 1864 il «Sillabo»: un lungo elenco di proposizioni condannate dalla Chiesa. Un tentativo di opporsi alla modernità e al progresso, ma anche alle «pestilenze» del socialismo, del comunismo e delle società segrete. Il «liberalismo» stigmatizzato da Pio IX non riguardava la tradizione liberale di Locke, Smith, Burke, Tocqueville, Bastiat, bensì i «finti liberali», cioè gli eredi del sistema giacobino-napoleonico, accentratore, statalista e antireligioso che in Europa si ispirava alla Rivoluzione francese.

A Porta Pia avvenne l'invasione dello Stato Pontificio?
Tecnicamente sì. I soldati italiani comandati dal generale Cadorna entrarono a Roma attraverso una breccia aperta nelle mura della città, all’altezza di Porta Pia. Il sottotenente Cocito del 12° bersaglieri fu il primo a superare lo sbarramento e con un messaggio al generale Cadorna diede il solenne annunzio che l’unità d’Italia era completata: «Ore 10. Forzata la Porta Pia e la breccia laterale aperta in quattro ore. Le colonne entrano con slancio, malgrado una vigorosa resistenza». La presa di Roma costò all’esercito italiano 49 morti, di cui quattro ufficiali e 141 feriti tra cui nove ufficiali. Fra le truppe pontificie si registrarono 19 morti, di cui un ufficiale e 68 feriti.

Quali furono gli effetti della Breccia?
Il ricongiungimento di Roma al Regno d’Italia e il compimento delle aspirazioni di generazioni di patrioti che avevano alimentato il Risorgimento. I caduti della liberazione di Roma del 1870, assieme a quelli della difesa della Repubblica Romana del 1849 e quelli dell’insurrezione del 1867, sono stati tumulati nel mausoleo ossario Gianicolense, costruito in epoca fascista su progetto dell’architetto Giovanni Jacobucci. A Porta Pia fu posto un monumento in marmo e bronzo ornato da quattro lesene che fiancheggiano riquadri celebrativi del ritorno all’Italia di Roma e dei caduti durante il combattimento.

Perché l’anniversario di quest’anno è diverso?
Ieri, per la prima volta dalla presa di Roma da parte dei Savoia, la Santa Sede era rappresentata a Porta Pia dal Segretario di Stato vaticano. Il cardinale Tarcisio Bertone ha partecipato alle celebrazioni con il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Un’operazione culturale e politica che testimonia, su entrambe le sponde del Tevere, la volontà di riconciliare laici e cattolici in nome di un condiviso sentimento nazionale. Un segno per coniugare Risorgimento e cattolicesimo (superando quanto resta dell’antico dissidio tra Stato e Chiesa) e per rimarginare la ferita storica del conflitto tra Italia e Santa Sede.
Qual è il senso della presenza di Napolitano e Bertone a Porta Pia?
Unire il patrimonio spirituale cattolico con la storia risorgimentale, l’amore patrio e le virtù repubblicane. Per questo il cardinale Bertone ieri ha riproposto la famosa allocuzione pronunciata da Pio IX nel febbraio 1848, quando era ancora una figura chiave del movimento per l’indipendenza italiana e pochi mesi prima della sollevazione che avrebbe portato alla Repubblica Romana. «Benedite, gran Dio, l’Italia - si conclude il discorso pronunciato a Santa Maria Maggiore il 10 febbraio 1848 - e conservatele sempre questo dono di tutti preziosissimo: la fede!».

I Radicali ieri hanno contestato Bertone per aver citato Pio IX, «responsabile di numerosi morti». Cosa replica il Vaticano?
L’«Osservatore Romano» ha pubblicato alcuni brani «inediti o rari» che dimostrerebbero come papa Pio IX non voleva alcuno spargimento di sangue e scelse successivamente di accollarsi gli «oltre 60 morti». Pio IX, in una lettera di suo pugno del 14 settembre al generale, chiedeva di «aprire trattative per la resa ai primi colpi di cannone». Il generale Hermann Kanzler disubbidì e ingaggiò una sanguinosa battaglia, di cui, a posteriori, Pio IX non volle declinare la responsabilità, modificando il testo della sua lettera e sostituendo la frase «ai primi colpi di cannone» con «appena aperta la breccia».

domenica 20 giugno 2010

canzoni dei bersaglieri

                 IL REGGIMENTO DI PAPA'

Col bimbo in braccio, ancor negli occhi il pianto
aveva atteso ansiosa il suo passar;
la grande guerra rotto avea l'incanto
l'Italia i figli suoi dovea chiamar;
partiron quel mattin verso  l'Italo confin...
Parte il reggimento, il reggimento di papà,
alto il vessillo al vento
che un dì la gloria bacerà
Parte il reggimento, il reggimento di papà.
Campane a festa, pace vittoriosa,
ritornano dal fronte i bersaglieri
tra l'altre mamme intrepida ed ansiosa
la sposa attende ancor con il suo piccin
Tra evviva, canti e fior sfilano lieti i vincitor.
Torna il reggimento, il reggimento di papà,
alto il vessillo al vento baciato dalla gloria va
torna col cuor contento che al casolar ritorno fa
Torna il reggimento ma non ritorna più papà.
Bimbo alza la testa, il pianto tuo non far brillar,
del babbo tuo le gesta la Patria non potrà scordar;
il sangue che ti ha dato un dì di sprone a te sarà
quando sarai soldato nel reggimento di papà.

LA RICCIOLINA

Sul Monte Grappaci sta una Ricciolinache fa l'amorecol bersaglier.
O Ricciolinatu sei la mia morosa,sei la morosa del Bersaglier.
O Bersagliere parlate un pò più piano se no la mamma ci sentirà.
Se la ci sente non ci fa andare in cameracosì l'amore non si può far.
La Ricciolina abbraccia il Bersaglieree se lo bacia tutta passion.
Il Bersagliere da un colpo e poi va via col passo lesto da Bersaglier.
La Ricciolina la piange e con ragione per la passione del Bersaglier.
A quattro mesi la luna va in crescenza e per l'amore di un bersaglier.
A sette mesi è nato un bel bambino con la divisa da Bersaglier.
A cinque anni andava in bicicletta col pennacchietto da Bersaglier.
Ed il bambino chiamava suo padre e suo padre è un Bersaglier.
Il Monte Grappa ha fatto un Bersagliere e per la Patria ed è per te.


PASSO DI CORSA
 
Dai dai fa morì, dai dai fa crepà,
.dai dai fa morì, fa morì e fa crepà.
Signor Tenente mi butto a terra
sono una cappella, sono una cappella.
Signor Tenente mi butto a terra
sono una cappella, non ce la faccio più.
Corri corri che arrivi prima
corri corri che arrivi presto;
non fermarti se no ti pesto
e se cadi non t'alzi più.
Questa è la corsa di resistenza
chi non resiste non va in licenza
e chi resiste è un grande fesso
perché in licenza non va lo stesso
Dai dai fa morì, dai dai fa crepà
dai dai fa morì, fa morì e fa crepà

Museo Terzo Reggimento Bersaglieri in Sardegna

CAGLIARI, 18 GIU - E' stato inagurato nella Caserma Salvatore Pisano di Teulada,Museo reggimentale.
il regimento è attivo nella nuova sede nella Caserma Salvatore Pisano di Teulada, dall'1 dicembre 2009.

Alla cerimonia hanno presenziato le autorita' locali e il comandante della Brigata Sassari, gen. Alessandro Veltri. Nella sala cimeli-ricordi (che era prima nella caserma Mameli di Milano) e' custodita una storia di 150 anni, che coincide con quella dell'Italia unita, tramandata dal 1861. Fra le teche quella dedicata a Enrico Toti, il bersagliere ciclista volontario anche se mutilato alla gamba sinistra.

mercoledì 16 giugno 2010

Veneto: viaggio tra gli alberi monumentali


A Platano (prima si chiamava Salgarèa, un pugno di case e qualche villa a pochi chilometri da Caprino Veronese) sorge un "Platano" vecchio di oltre 400 anni. Il Platanus Orientalis è alto 25 metri e ha una circonferenza di 15. La sua chioma copre una superficie di 300 mq (3-4 appartamenti) ed è considerato monumento nazionale. E’ così chiamato, PLATANO DEI 100 BERSAGLIERI, dal 1937quando, in occasione delle grandi manovre estive dell’Esercito, un’intera compagnia di Bersaglieri vi salì sopra. Si racconta che i tedeschi nel 44 ne sfoltirono i rami per non dar modo ai partigiani di tendere imboscate non visti. L’albero fa parte di una serie di oltre 100 alberi monumentali del Veneto da salvare ad ogni costo. Il progetto genotipo dell’Istituto agricolo ambientale di Isola della Scala è stato attivato per riprodurre in maniera asessuata una copia identica dell’albero. Il risultato, dopo due anni di tentativi, sono due piantine ottenute per talea che si affiancheranno presto alla pianta madre. Altri tentativi sono in corso per gli altri solitari giganti d'Italia. Notizie tratte da l’Arena di Verona e dalla guida del Comune. Acquaforte di Federica Galli

sabato 12 giugno 2010

Presentato il Radunodel 1°reggimento Bersaglieri

sabato 12 giugno 2010 14:56
E' stato presentato questa mattina nel corso di una conferenza stampa svoltasi alla sala Cutuli il raduno del primo reggimento Bersaglieri, che si terrà a Civitavecchia sabato e domenica prossimi. Il programma delle due giornate è particolarmente intenso. Sabato alle 10,30 la staffetta arriverà al busto di La Marmora in viale Garibaldi, seguiranno l'alzabandiera con l'onore ai caduti a Piazzale degli Eroi e l'inaugurazione della mostra storica allestita al Forte Michelangelo.
Sempre sabato prossimo e sempre al Forte Michelangelo, ma alle 21,30, è in programma il concerto della fanfara dei bersaglieri. Domenica alle 9 alla Calata Principe Tommaso avrà luogo lo schieramento iniziale, al quale seguiranno momenti di memoria e gli onori alle insegne. Alle 11,30, da Piazza Calamatta,
                                                                                                                       "Ictu impetuque primus"
avrà inizio la sfilata per le vie della città e alle 12,15 in viale Garibaldi si terrà la parata finale con sorvolo di aerei leggeri. Alle 17,30, in Piazzale degli Eroi si terrà un concerto di arrivederci, seguito alle 18 dall'ammaina bandiera.

domenica 23 maggio 2010

Esercito: Napolitano, bersaglieri protagonisti della storia d'Italia

Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano (84 anni)
I bersaglieri protagonisti di tutti gli eventi bellici che hanno fatto la storia d'Italia, esempio, per tutti i cittadini, della generosita' del militare italiano. Lo afferma il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in occasione del 58° raduno dell'Associazione Nazionale Bersaglieri. Nel messaggio inviato al generale Benito Pochesci, presidente dell'Associazione, Napolitano rivolge il deferente ''omaggio ai caduti del glorioso Corpo e al Labaro dell'Associazione Nazionale".

Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano (84 anni)

lunedì 17 maggio 2010

Bersaglieri, alpini, carabinieri a raduno a Torino per il 2011

GUIDO NOVARIA
torino
Dopo gli alpini, anche i bersaglieri hanno scelto Torino per il raduno nazionale - sarà il 59° della loro storia - del 2011, previsto per il 17 e 18 giugno. L’annuncio è stato dato ieri a Milano dai vertici dell’Associazione nazionale bersaglieri, al termine dell’adunata delle «fiamme cremisi»: «Un omaggio doveroso a Torino capitale che celebra i 150 anni dell’Unità nazionale - spiega il presidente nazionale Benito Pochesci - ma anche un giusto ricordo alla memoria del nostro Corpo».                                        

A Torino nacque, infatti, la 1ª Compagnia Bersaglieri, nel 1836, ad opera dell’allora capitano del Reggimento Guardie (oggi Granatieri) Alessandro Ferrero de La Marmora, caduto nella guerra di Crimea, voluta da Cavour, il 7 giugno 1855. La macchina organizzativa si metterà in moto nei prossimi giorni: «Sarà un evento indimenticabile per la nostra sezione», dicono i bersaglieri in congedo torinesi che nel 1991 hanno dovuto dare l’addio all’unico reparto operativo rimasto in città, il 6° Reggimento Palestro, ospitato nella caserma Cavour.

Prima dei «fanti piumati» il 7 e 8 maggio, si svolgerà l’84ª adunata nazionale degli alpini. Il 21 e 22 maggio sarà la volta del raduno dei carabinieri, anche loro nati sotto la Mole per volontà di Vittorio Emanuele I di Savoia, re di Sardegna.

Ma non è finita: dal 10 al 12 giugno ci sarà anche l’adunata dell'Aeronautica, mentre dopo il raduno di Udine, verrà annunciato anche il raduno dei fanti d’Italia.

Senza dimenticare le celebrazioni per la nascita dell’Esercito italiano nato a Torino il 4 maggio 1861.

martedì 11 maggio 2010

2 giugno 2010: storia, origini e tradizioni

Il 2 giugno ricorre la Festa della Repubblica, festa nazionale italiana. In questa data si ricorda il referendum istituzionale indetto a suffragio universale il 2 e il 3 giugno 1946 con il quale gli italiani venivano chiamati alle urne per esprimersi su quale forma di governo, monarchia o repubblica, dare al Paese. Dopo 85 anni di regno, con 12.717.923 voti contro 10.719.284 l´Italia diventava repubblica e i monarchi di casa Savoia venivano esiliati. Giova ricordare che il 2 giugno è l´unica Festa Nazionale dell´Italia. A differenza del 25 aprile (Liberazione) e 1° maggio (Lavoro), il 2 giugno riveste questa definizione, che la eleva rispetto a tutte le altre feste civili legali. Infatti ogni Stato del mondo ha una sua festa nazionale, e una sola: si tratta in un certo modo del compleanno della Nazione, la solenne commemorazione della sua nascita - in questo caso la nascita del nuovo Stato repubblicano. In tutto il mondo le ambasciate italiane tengono un festeggiamento, più o meno solenne, cui sono invitati i capi del Paese ospitante. Da tutto il mondo arrivano al nostro Presidente della Repubblica gli auguri degli altri capi di Stato. Speciali cerimonie ufficiali si tengono in Italia, come detto qui sotto. La Francia ha la sua festa nazionale il 14 luglio, Presa della Bastiglia; gli Stati Uniti il 4 luglio (Independence Day), e così via. Prima della Repubblica, la Festa nazionale italiana era la prima domenica di giugno, anniversario della fondazione dello Statuto albertino. Nel giugno 1948 per la prima volta via dei Fori Imperiali a Roma ospitava la parata militare in onore della Repubblica. L´anno seguente, con l´ingresso dell´Italia nella NATO, se ne svolsero dieci in contemporanea in tutto il paese mentre nel 1950 la parata fu inserita per la prima volta nel protocollo delle celebrazioni ufficiali. Attualmente il cerimoniale prevede la deposizione di una corona d´alloro al Milite Ignoto presso l´Altare della Patria a Roma e una parata militare alla presenza delle più alte cariche dello Stato. La cerimonia prosegue nel pomeriggio con l´apertura al pubblico dei giardini del Palazzo del Quirinale, sede della Presidenza della Repubblica Italiana, con esecuzioni musicali da parte dei complessi bandistici della Marina Militare, dell´Aeronautica Militare, della Guardia di Finanza, dell´Arma dei Carabinieri, dell´Esercito Italiano, del corpo nazionale forestale e della Polizia di Stato

lunedì 3 maggio 2010

I Bersaglieri

I Bersaglieri sono una specialità dell'Arma di Fanteria dell'Esercito italiano.
Il Corpo dei Bersaglieri fu istituito in Piemonte, allora Regno di Sardegna, sulla base di una proposta del generale Alessandro La Marmora, il 18 giugno 1836. Il compito di questo Corpo era quello di svolgere funzione di esploratori ed assaltatori.
La specialità proposta doveva essere in grado di operare con spiccata autonomia e, quindi, doveva comprendere uomini particolarmente addestrati al tiro e pronti ad agire, pressoché isolati, per aprire il fuoco ad adeguata portata e concentrarlo su un punto dello schieramento nemico col preciso intento di "sorprendere, disturbare e sconvolgere i piani nemici".
Un corpo analogo sorse nel 1847 nello Stato Pontificio, i "Bersaglieri del Po", che combatterono attivamente durante la Prima Guerra d'Indipendenza prima d'esser sciolti nel 1849 con la caduta della Repubblica romana.

un tributo al '8°reggimento e al lavoro che a svolto sempre,sia in patria che all'estero.