sabato 2 ottobre 2010

L'esercito conta sempre più sulle soldatesse

ATTUALITÀ Il fascino della divisa. Taglia 42
Foto di Giulio Sarchiola per Io donna

ATTUALITÀ Il fascino della divisa. Taglia 42

All’età in cui i bamboccioni escono di casa queste otto ragazze vanno in missione nei Paesi in guerra, imbracciano i mitra e comandano compagnie di 70 uomini. Abbiamo chiesto come fanno a resistere. Ci hanno parlato di passione, desiderio di crescere. E di una certa idea di femminilità

di Raffaele Oriani

SE NON È VERO, FINGONO BENISSIMO. SONO CONVINTE, contente, determinate. La divisa è una vocazione, tutto il resto può seguire a ruota: «Non so dove voglio arrivare» dice una grintosa caporale. «Ma non rinuncerei ai miei obiettivi né per un fidanzato, né per un figlio ». Sono donne particolari in un ambiente di lavoro unico: «Non le chiami soldatesse» dice il colonnello Marco Centritto dell’Ufficio pubblica informazione dell’Esercito. «Per noi sono semplicemente soldati: stessi doveri e stesse opportunità dei colleghi uomini».

In realtà qualche regola ad hoc hanno dovuto studiarla: i capelli devono stare raccolti o tagliati al colletto, chi ha i buchi alle orecchie deve accontentarsi di sobri orecchini di perle, il contegno marziale va mantenuto anche quando le ragazze mollano la divisa per i jeans o il tubino. Eppure in Italia non capita di frequente che un giovane di 30 anni sia responsabile di qualche decina di persone. Capita ancora più raramente se il trentenne è una trentenne. Nell’Esercito succede, e succederà sempre più: dieci anni fa l’Accademia di Modena si è aperta per la prima volta alle allieve donne. Oggi quelle ragazze sono capitani, domani saranno colonnelli e generali. Per questo forse fingono, ma probabilmente è vero: «Le mie amiche civili mi fanno tenerezza» dice un’alpina di 26 anni. «Non si allontanerebbero mai da casa. Io quando c’è stato bisogno sono partita per una missione di sei mesi in Afghanistan».

Si tratta pur sempre di Esercito: a pochi piacciono le armi, qualcuno potrà provare più simpatia per queste ragazze che per i mitragliatori che imbracciano. Ma pare proprio che in Italia le pari opportunità viaggino meglio con le stellette che senza. Le soldate sono il 9 per cento dei volontari di truppa, le ufficiali e le sottufficiali il 5 per cento delle effettive. Ed è appena l’inizio: negli ultimi due anni hanno aperto i primi tre asili nido in caserma.

un tributo al '8°reggimento e al lavoro che a svolto sempre,sia in patria che all'estero.